"Yoga è la restrizione dell'attività mentale"

Patanjali Maharishi, Yoga Sutra 1, 2

 

Babaji, lo Yogi immortale (rivelato da Yogananda)

 

Il termine Yoga deriva dalla radice sanscrita yuj, che significa unire, congiungere e imbrigliare.
Nella prospettiva della religione induista, lo Yoga costituisce un potente strumento attraverso il quale l'essere individuale (Jivatma) può unirsi ad una forza soprannaturale (Paramatma), intrinsecamente presente in ogni essere umano.
Si tratta di un sistema integrato di educazione per il corpo, la mente e lo spirito che si basa su delle verità universali ed è perciò in grado di fornire tutt’oggi degli insegnamenti validi.
Yoga è sinonimo di uno stile di vita basato sull’autodisciplina e sul principio del vivere in maniera semplice, elevando la propria mente e la propria coscienza.
Non stiamo parlando di una religione, ma bensì un aiuto pratico, basato su antiche tecniche che possono entrare a fare parte della vita di tutti noi.

Tramite lo yoga si ha la possibilità di armonizzare il corpo fisico, la sua controparte energetica, cioè il corpo eterico, con i suoi nadi, meridiani e chakra. Ciò permette di predisporre correttamente l'essere verso un'attitudine di armoniosa recettività rispetto al Sé. La personalità allineandosi e unendosi al proprio Sé realizza il vero senso della vita, la vera guarigione e la liberazione.


Attraverso i secoli si sono sviluppati quattro diversi sentieri yogici per raggiungere la liberazione (Moksha) dell'anima individuale dalla sofferenza terrena (Samsara). Essi vengono spesso paragonati ai quattro rami dell'albero della conoscenza e sono:

Karma Yoga: È un approccio empirico e diretto basato sulla ricerca della trascendenza nell'azione stessa. Combinando azione e meditazione, questo Yoga consiste nella progressiva purificazione della mente tramite le proprie azioni. Il Karma yogi cerca di trascendere il proprio ego servendo il prossimo in maniera incondizionata, senza aspettarsi nulla in cambio.

Jnana Yoga: Si tratta di un approccio filosofico-intellettuale verso l'evoluzione spirituale e richiede un intelletto particolarmente acuto. Grazie a delle potenti tecniche intellettuali lo Jnana yogi vede attraverso ai veli di Maya, ovvero l'illusione che causa la sofferenza. Facendo ciò egli supera il suo stesso utensile e si fonde in uno stato di amore e saggezza.

Bhakti Yoga: Il Bhakti Yoga insegna le tecniche per trasformare le emozioni. Attraverso il canto, la preghiera e la ripetizione di Mantra, l'energia proveniente dall'apparato emotivo viene incanalata nella devozione. Emozioni inferiori come rabbia, orgoglio, gelosia e odio vengono sublimate, sfociando infine nella comunione con l'oggetto della propria devozione.
Esso rappresenta l'approccio più semplice e diretto. Questa pratica si rivolge alla maggioranza degli esseri umani proprio per la sua facilità e semplicità.

Raja Yoga:È un approccio sistematico attraverso il quale la natura della mente è costantemente analizzata. Diverse tecniche sono applicate al fine di controllare il flusso dei pensieri e raggiungere livelli di coscienza più elevati.
Nelle due branche del Raja Yoga, Kundalini e Hatha, diverse pratiche sono applicate alfine di acquisire il controllo del respiro (Pranayama). Quando il respiro è stabile e regolare, la mente diviene calma e viceversa.

RAJA E HATHA YOGA

"Il Signore dell'Universo costruisce nell'essere umano una casa grande
come un seme di sesamo, e lì prende dimora."


Shivaismo del Kashmir

Raja Yoga è il sentiero regale che, attraverso l'analisi sistematica, porta al controllo della mente.
I suoi principi fondamentali sono stati compilati più di 2000 anni fa da Patanjali Maharishi, autore degli Yoga Sutra (Aforismi sullo Yoga). Questo grande saggio riassunse con lucidità cristallina degli insegnamenti che fino a quel momento erano stati tramandati per via orale. Egli fu pertanto il primo a metterli in forma scritta e proprio per questa ragione viene designato con l'epiteto di padre e fondatore della Scuola del Raja Yoga.
L'insegnamento di Patanjali è racchiuso come una perla preziosa in 196 Aforismi che guidano l'aspirante spirituale lungo il tortuoso sentiero della ricerca interiore. Scopo ultimo dell'esistenza è la realizzazione del Samadhi, ovvero la dissoluzione del meditante nell'oggetto della meditazione.
Il Raja Yoga paragona la potenziale forza mentale ad un forte raggio luminoso: quando raccolta in concentrazione essa funge da lente e permette alla luce di bruciare del cotone. Quando la mente è stabile e focalizzata oltre la dualità si apre il forziere della conoscenza più profonda e trascendentale.
Il proposito dello Yoga è quindi quello di rivelare un metodo che permetta all'individuo di indirizzare la propria attenzione verso l'interno, e di trovare una fonte di gioia durevole lontana dalla sofferenza e dal dolore che tutti gli esseri umani sperimentano in alternanza a brevi momenti di felicità effimera.
Conformemente alla scuola di Patanjali, il Raja Yoga viene suddiviso in otto rami conosciuti col nome di Ashtanga Yoga. Questi sono:

1.YAMAS - restrizioni, regole di comportamento. Ci permettono di vivere in armonia con il contesto sociale che ci circonda.

  • Ahimsa Non violenza
  • Sathya Verità
  • Brahmacharya Astinenza
  • Asteya Astensione dal furto 
  • Aparigraha Astensione da avidità e cupidigia

2.NIYAMAS- ossevanze che regolano l'autodisciplina e ci aiutano a vivere in armonia con noi stessi.

  • Sauca Pulizia esteriore e purezza interiore
  • Santosha Capacità di accontentarsi
  • Tapas Austerità
  • Swadyaya Continuo studio e ricerca interiore
  • Ishwara-Pranidhana Capacità di abbandonarsi

3.ASANA- postura stabile nel corpo fisico e metafora per un buon allineamento mentale nella vita quotidiana

4.PRANAYAMA- controllo della forza vitale tramite il respiro

5.PRATYAHARA- distacco degli organi sensoriali dai loro oggetti; nella forma di Yoga Nidra è un veicolo di rilassamento e distacco dai percorsi psicologici che condizionano la mente

6.DHARANA- concentrazione

7.DHYANA- meditazione come integrazione di corpo, respiro, mente e spirito

8.SAMADHI- esperienza dell'Unità; fusione di meditante ed oggetto della meditazione

 

ASANA (POSTURE)

 

 

"In primo luogo verranno illustrati gli Asana, che costituiscono la prima
fase dell’Hatha Yoga.
La pratica degli Asana tonifica il corpo, tiene lontane le malattie e scioglie le nostre membra."


Hatha Yoga Pradipika, 1-19

 

Secondo la filosofia Yoga la buona salute è uno stato in cui gli organi funzionano in maniera armoniosa sotto l’intelligente controllo della mente.
Gli esercizi yogici, chiamati Asana (posizione stabile), sono praticati lentamente. Essi sciolgono i muscoli, i tendini, i legamenti e contribuiscono al miglioramento del sistema circolatorio.
Ciascuna postura viene mantenuta per un certo tempo, aumentando gradualmente l’elasticità corporea.
L’età di un corpo è strettamente correlata alla sua flessibilità: per questo motivo lo Yoga rivolge grande attenzione alla salute della colonna vertebrale ed alla sua forza. Essa ospita infatti il midollo spinale, principale conduttore degli stimoli nervosi. Mantenendo la spina dorsale flessibile attraverso l’esercizio, si aumenta la circolazione e si garantisce ai nervi un appropriato apporto di ossigeno e nutrienti.
Gli Asana coinvolgono ogni parte del corpo umano: gli organi interni sono massaggiati tramite i più svariati movimenti, mentre il sistema endocrino viene stimolato, favorendo il mantenimento dell’equilibrio emotivo e di un’attitudine mentale positiva nei confronti della vita.
Se eseguiti in maniera corretta e con regolarità, questi esercizi non si limiteranno solamente allo sviluppo del corpo fisico, ma accresceranno la concentrazione e le facoltà mentali.
Gran parte degli sport tradizionali enfatizzano movimenti muscolari rapidi e violenti che provocano grandi quantità di acido lattico nelle fibre muscolari. Quest’ultimo si accumula, causando affaticamento e dolore.
Nello Yoga, l’acido lattico prodotto viene neutralizzato dal maggiore quantitativo d’ossigeno che affluisce al corpo mediante una respirazione profonda che accompagna i vari movimenti.

 

PRANAYAMA (CONTROLLO DEL RESPIRO)

"Quando il respiro è irregolare la mente è instabile.
Quando il respiro è calmo, anche la mente lo è, e lo yogi diventa stabile.
Per questo dovremmo domare la respirazione."


Hatha Yoga Pradipika, 2-2

 

Il respiro non è nient'alto che una manifestazione della forza vitale chiamata Prana. Quest'ultima è presente nell'aria ed in tutto ciò che possiede vitalità, partendo dagli esseri viventi ed arrivando fino al cibo e all'acqua di sorgente.
Secondo lo Yoga, la parte più densa e solida degli alimenti che ingeriamo va a nutrire il nostro corpo, permettendoci di essere attivi e di mantenere una buona salute, mentre la parte più sottile ed eterica alimenta la nostra mente ed i nostri pensieri.
Nella cultura dello Yoga, il respiro viene spesso paragonato ad un ponte che unisce il corpo allo spirito. Quest'analogia ci permette di intuire la profonda importanza di una respirazione corretta.
Tutti noi abbiamo sicuramente già osservato la stretta connessione fra il respiro e l'aspetto mentale: una persona concentrata o assorta in meditazione respirerà in maniera lenta e regolare; al contrario, colui la cui mente è turbata da ansia, stress ed emozioni negative avrà un respiro affannoso ed irregolare.
Questa considerazione prova la stretta correlazione esistente fra mente e Prana.
Attraverso una respirazione consapevole si aumenta l’afflusso di Prana e ossigeno verso il corpo, eliminando un maggiore quantitativo di anidride carbonica e combattendo gli stati di affaticamento. Ci si sente più vitali e meno stanchi.
Una respirazione corretta assicura al corpo un apporto d'ossigeno che consenta di far funzionare efficientemente il cervello e tutte le cellule dell'organismo.
Solo in questo modo il cibo ingerito viene metabolizzato adeguatamente e le sostanze nutrienti, comprese vitamine e minerali, non sono sprecate.
La respirazione profonda permette inoltre l’eliminazione di gas nocivi prodotti dal processo metabolico, in particolare dell’anidride carbonica.
Il controllo del respiro, detto Pranayama, ricopre una posizione di fondamentale importanza nello Yoga. La respirazione yogica si divide in tre stadi:

  • addominale: in un primo momento il diaframma fa dilatare l’addome permettendo all’aria di riempire la parte inferiore dei polmoni
  • intercostale: secondariamente i muscoli intercostali fanno allargare la cassa toracica, permettendo all’aria di riempire la parte centrale dell’addome
  • clavicolare: le clavicole si sollevano facendo entrare l’aria nella parte superiore del corpo

La maggior parte delle persone respira solamente con quest’ultima porzione, utilizzando così solo una parte della propria capacità polmonare. La respirazione è poco profonda, le spalle curve e la cassa toracica si espande appena. Una scarsa ossigenazione aumenta la tensione nella parte superiore della schiena e nel collo e fa sì che la persona si senta stanca al minimo sforzo senza sapere il perché.
Lo Yoga ci insegna a respirare correttamente, aumentando in modo impressionante il nostro benessere, la nostra qualità di vita e la nostra positività mentale.

Conclusioni

Consiglio quindi ai pazienti omeopatici, oltre ad una corretta alimentazione, d'integrare nella propria vità quotidiana la pratica del pranayama, che permette di aumentare l'energia vitale; in secondo luogo le asana, grazie alle quali il prana viene distribuito ad ogni cellula dell'organismo.

Come abbiamo visto nel capitolo dell'omeopatia, tutta la guarigione si basa su due assi, informazione ed energia. Mentre l'omeopatia corregge le informazioni sbagliate che si sono instaurate nell'organismo, le asana e il pranayama permettono di ricaricare il sistema energetico, aiutando inoltre a spurgare le tossine. Questo approccio è anche particolarmente indicato per i pazienti oncologici, i quali spesso hanno le riserve energetiche esaurite.

La mia collaboratrice Anna Marenic ha seguito un'ottima formazione di Yoga in India, presso la famosa scuola di Sivananda. Tiene corsi settimanali regolari, per classi di principianti, fino ad avanzati.
E' pure possibile avere corsi privati, in particolar modo di pranayama, per aiutare in maniera rapida e semplice chi ha bisogno di ricaricare il proprio sistema energetico.

V'invito a visitare il suo sito, da cui parte del testo sopra riportato è stato estratto:

http://www.shanti-mandir.com

 

Corsi Yoga 2014

 

Con grande gioia v'inoltro le info per i nuovi corsi di yoga. Lo yoga di Sivananda rappresenta una straordinaria occasione per praticare un metodo completo, sano ed intelligente in maniera da equilibrare mente e corpo, rilassando e nello stesso tempo vitalizzando l'organismo in maniera ottimale. Esso armonizza la dimensione psiche-soma e quindi aumenta la propria auto-consapevolezza. Sivananda era un essere straordinario: oltre ad essere medico, era una grande iniziato spirituale. Ciò gli permise di recuperare le conoscenze antiche dello yoga di maggior valore e di organizzarle in maniera armoniosa, andando così a toccare tutte le sfere fondamentali dell'organismo umano. Il suo metodo garantisce un perfetto equilibrio tra vitalità e rilassamento, sciogliendo le tensioni che si creano lungo i meridiani, nadi e chakra e nello stesso tempo vitalizzandoli.

Qui di seguito potete scaricare il volantino per il corso:

 

Corsi Yoga 2014

 

Inoltre vi è la novità di poter seguire presso il nostro studio con Anna, dei corsi privati di Pranayama. In 5 lezioni si può imparare questa tecnica straordinaria, che permette in poco tempo e con grande semplicità di vitalizzare tutto l'organismo.

Vi ricordo che potete iscrivervi tramite il sito www.shanti-mandir.com, tramite e-mail oppure semplicemente via sms. Per qualsiasi domanda chiamate pure allo 076 399 98 24. Qui di seguito potete scaricare il volantino per il corso:

 

Corso di Pranayama 

 

Yoga e India alla RSI

 

Sono felice di poter segnalare la possibilità di vedere il meraviglioso documentario del regista Misha Györik riguardante la bella esperienza di Anna Comizzoli con il suo gruppo di Yoga in India. Anna collabora con lo studio medico organizzando corsi Yoga, massaggi ayurvedici e viaggi in India per chi è interessato ad approfondire questa straordinaria cultura spirituale millenaria.

Venerdì 16 novembre alle ore 20.00 avrà luogo al Teatro del Gatto di Ascona la prima del documentario. Siete tutti invitati. Entrata libera, segue un aperitivo.

Il documentario sarà poi diffuso in Storie in onda su RSI LA1, domenica 25 novembre 2012, alle 20.40.
L'invitato in studio a storie il 25 novembre sarà: Carlo Buldrini, pubblicista, ha vissuto in India 30 anni. Ha scritto per varie testate italiane e indiane ed è stato addetto reggente dell’Istituto Italiano di Cultura di New Delhi. È autore di "In India e dintorni (1999)". "Lontano dal Tibet" è stato pubblicato in India con il titolo "A Long Way from Tibet (2005)". Il libro è entrato subito nella lista dei best seller indiani.

http://la1.rsi.ch/home/networks/la1/cultura/Storie/2012/10/05/storie-25-nov.html#Video

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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